Incastonato nel paesaggio mozzafiato della Valle Suppentonia, oggi si presenta come un grande complesso religioso sviluppatosi attorno alla grotta in cui in tempi antichi si venerava un’immagine della Vergine, sostituita nel XVI secolo da una tela rappresentante la Madonna col Bambino.
A partire dal 1796 il frate eremita Andrea Rodio iniziò a scavare nella parete tufacea una scalinata di accesso al luogo di culto, che ormai era diventato irraggiungibile: in 14 anni realizzò 144 gradini e alla sua morte fu sepolto nella Grotta Santa.
Alla fine del XIX secolo, il santuario fu affidato ai di Frati Minori di S. Croce in Sassonia sotto la guida di Mons. Bernardo Doebbing che diede al complesso l’aspetto attuale. Dal 1982 la custodia è affidata ai Padri Micaeliti della Congregazione di San Michele Arcangelo, originaria della Polonia.