Conosciuta anche come Basilica di Sant’Anastasio, dal nome del fondatore della prima comunità di monaci nella Valle Suppentonia, si erge su un precedente edificio ecclesiastico datato tra VIII e IX secolo: fu poi ricostruita intorno all’anno Mille adottando le forme dell’architettura romanica.
Secondo la tradizione, sorgeva sul luogo dove l’imperatore Nerone aveva fatto innalzare un tempio dedicato alla dea Diana.
La facciata è austera ed elegante, con tre portali finemente scolpiti. L’interno presenta la divisione classica in tre navate scandite da due file di colonne monolitiche provenienti da edifici di epoca romana. Bellissimo è il pavimento a tarsie di marmi colorati tipiche dello stile cosmatesco.
L’altare maggiore è sormontato da un elegante ciborio e le pareti sono riccamente decorate da affreschi che abbracciano vari secoli, dal medioevo al rinascimento: nella zona dell’abside un corteo di vergini converge verso l’immagine della Madonna, ormai perduta. Nella zona del transetto si può ammirare una spettacolare rappresentazione di alcuni episodi dell’Apocalisse di San Giovanni.
La cripta è forse la parte più antica dell’edificio ed ospita le tombe di Sant’Anastasio e San Nonnoso.